L’Annunciazione Italiana
Data di pubblicazione: 2009
ISBN: 9788895065359
Formato: 170 x 240 mm
Pagine: 384
Cartonato
Prezzo: 58,00 euro

Storia e teoria delle arti

 
L’Annunciazione Italiana
Una storia della prospettiva
Tradotto dal francese da Cora Presezzi

Daniel Arasse
Daniel Arasse presenta con estrema chiarezza il proprio lavoro: «Questo libro nasce da un’intuizione: tra il Trecento e il Cinquecento è esistita nella pittura italiana una particolare affinità tra Annunciazione e prospettiva […]. Dopo un’approfondita riflessione, posso avanzare al riguardo una duplice ipotesi di ricerca: 1) che effettivamente è esistita, nella pittura italiana del Rinascimento, un’affinità tra il tema dell’Annunciazione e lo strumento figurativo della prospettiva; 2) che tale affinità ha un carattere paradossale, poiché si fonda non sull’accordo, bensì sulla tensione tra il tema rappresentato e lo strumento della sua rappresentazione». Per Arasse la prospettiva è infatti lo strumento perfetto per descrivere il mistero di fede dell’Annunciazione, cioè il il racconto del passaggio dell’Incommensurabile divino nel finito. L’autore si è dedicato allo studio di questo argomento per almeno quindici anni, a partire dall’inizio degli anni Ottanta del Novecento. Questo libro presenta gli esiti di questo impegno e chiarisce l’estrema utilità di un originale metodo d’analisi delle opere che egli stesso ha chiamato «iconologia analitica». Il racconto parte dalle Annunciazioni di Ambrogio Lorenzetti, percorre il Quattrocento fiorentino a partire da Masaccio, estende lo sguardo sulla pittura delle città italiane e si inoltra nel Rinascimento maturo fino alla specificità del linguaggio dei veneziani. L’opera offre così una vera e propria storia della prospettiva nel Rinascimento italiano.
Daniel Arasse (1944-2003) è uno dei più importanti e innovativi storici dell’arte dell’ultima parte del Novecento. Occupa un ruolo di grande rilievo negli studi specialistici sull’arte italiana, grazie a una ricerca teorica che ha aperto la strada a un nuovo approccio alla storia dell’arte. Tra il 1982 e il 1989 è stato direttore dell’Istituto francese di Firenze, poi direttore di ricerca dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, condividendo il lavoro teorico dell’importante gruppo di studiosi comprendente Hubert Damish e Louis Marin. Tra le sue opere: Le détail (1992), traduzione italiana Il dettaglio (Il Saggiatore); L’ambition de Vermeer (1993), traduzione italiana L’ambizio-ne di Vermeer (Einaudi); Léonard de Vinci (1997), L’art italienne (1998), On n’y voit rien (2000).
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