Opacità della pittura
Data di pubblicazione:
ISBN: 9788895065793
Formato: 145 x 220 mm
270 + LXXXII
Prezzo: 30,00 euro

I libri di Omar

Opacità della pittura
Sulla rappresentazione nel Quattrocento

Louis Marin
Il volume presenta i saggi più importanti di Marin su artisti come Signorelli, Paolo Uccello, Piero della Francesca, Filippo Lippi…
«Il segno è sia oggetto che rappresentazione; considerato come oggetto, il segno focalizza su di sé la “visione dello spirito”: non rappresenta nulla, ma presenta sé stesso. In quanto rappresentazione, si sottrae alla riflessione e sposta la “visione dello spirito” da sé stesso all’oggetto che intende significare. Il segno è quindi come il vetro trasparente che rivela qualcosa di diverso da sé: quando diventa opaco, cessa di sottrarsi alla sua trasparenza
per offrirsi alla vista e catturarla» (Louis Marin).
La raccolta di saggi di Marin sulla pittura del Quattrocento ruota quindi attorno al concetto di opacità, che non va inteso come “mancanza di chiarezza” della pittura, ma al contrario come momento nel quale il segno del pennello cessa di essere semplice espressione grafica e diviene strumento che rivela il più profondo significato di ciò che rappresenta.
Di qui l’analisi di Marin si sposta sulla materialità e sulla fisicità dell’opera pittorica, sul “come funziona”, piuttosto che sul “che cosa significa”, analizzando i modi con cui l’immagine riesce a imporsi come vera dal punto di vista della percezione, ma anche e soprattutto dal punto di vista della legittimità politica e religiosa. Una delle caratteristiche di Opacità della pittura è quella di far dialogare le preoccupazioni teoriche del presente con gli
oggetti del passato, arricchendo la comprensione dell’uno e dell’altro.
Louis Marin (1931-1992), direttore di studi a l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, ha consacrato la parte più importante del suo lavoro all’interpretazione dei testi e delle immagini del XVII secolo francese e alla nozione di rappresentazione.
Le sue principali opere nel campo delle arti visive sono Distruggere la pittura (Galilée, 1977), Il ritratto del re (Éd. de Minuit, 1981), Dei poteri dell’immagine: glosse (Le Seuil, 1995), Philippe de Champagne o la presenza nascosta (Hazan, 1995), Politiche della rappresentazione (Kimé, 2005).
Maestro fondatore di una scuola di pensiero che unisce semiologia e storia dell’arte, Lous Marin è stato uno dei più rappresentativi filosofi dell’arte e teorici dell’immagine e del linguaggio dei nostri tempi.
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