CopertinaBrancusibassa
In libreria dal 19 gennaio 2024
ISBN: 9788898811823
Formato: 145 x 220
Pagine: 150
Prezzo: 32 euro

Una infinita memoria
Il ciclo di Constantin Brâncuşi a Târgu Jiu

Lucia Corrain

A Târgu-Jiu, città della Romania nel cuore dell’Oltenia, il padre della scultura contemporanea, Constantin Brâncuşi (Hobiţa 1876-Parigi 1957), realizza tra il 1936 e il 1937 un complesso monumentale che è la sua opera più importante presente nel proprio paese natale: la Tavola del silenzio, la Porta del bacio e la Colonna dell’infinito. Nato per onorare la memoria dei soldati caduti nella Prima guerra mondiale, l’insieme si dispone lungo un percorso di complessivi 1500 metri, che ha inizio sulle rive del fiume Jiu (luogo dell’eccidio), si distende nel cuore della città e termina nell’antico mercato del fieno, dove si trova la straordinaria Colonna dell’infinito: è qui che entra in gioco il rapporto fra il grande spazio esterno e l’innalzarsi verso il cielo di quella che può essere considerata una vera e propria icona dell’intera opera di Brâncuşi. Non solo: la Porta del bacio fa esplicito riferimento al rituale funebre degli sponsali tanatologici che, assumendo il ruolo di compensazione, diventano una pratica consolatoria di ricostruzione dell’ordine sociale dopo il disordine causato dalla guerra e dalla morte; e la stessa Tavola del silenzio, come nell’Ultima Cena, vuole trasmettere la perdita della vita attraverso uno stretto parallelismo tra il sacrificio dei soldati e quello di Cristo. A entrare in gioco, insomma, nella radicale modernità dell’opera di Brâncuşi è l’antica cultura romena, improntata dallo stretto contatto con la natura che non oppone resistenza alla morte, “accogliendola” come parte integrante del ciclo della vita. È questo il senso profondo che Brâncuşi ha saputo tradurre in originali e inedite forme figurative che appartengono a una comune Weltanschaung riguardante la concezione generale della vita romena ma che non finisce di stupirci nella contemporaneità.

Lucia Corrain è professoressa dell’Alma Mater Studiorum di Bologna,
dove insegna presso il Dipartimento Beni Culturali – Campus di Ravenna. La sua ricerca si concentra sul linguaggio delle arti figurative in generale e della pittura in particolare. È referente scientifico del museo di Palazzo Poggi dell’Università di Bologna. Ha pubblicato in riviste italiane e internazionali. Tra i suoi libri: Semiotica dell’invisibile. Il quadro a lume di notte (Esculapio), Il velo dell’arte. Una rete di immagini tra passato e contemporaneità (La Casa Usher), La pittura di mercato: il “parlar coperto” nel ciclo Fugger di Vincenzo Campi (Mimesis). Ha curato varie raccolte di saggi, fra cui: Leggere l’opera d’arte II (Esculapio); Semiotiche della pittura (Meltemi); Anacronie. Leggibilità tra passato e presente nel display delle arti (BUP); e le edizioni italiane di alcuni libri di Victor I. Stoichita, Cieli in cornice (Meltemi) e L’immagine dell’altro (La Casa Usher).

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